Le origini delle arti marziali risalgono ad oltre 3000 anni fa: dallo Sri Lanka si diffusero in Asia, e poi in Occidente. Numerose ricerche hanno indagato gli effetti psicologici delle arti marziali e hanno evidenziato che la loro pratica promuove il benessere psicologico, migliora la regolazione emotiva e comportamentale ed attenua la sofferenza psicologica.
La parola karate, originario dell'isola di Okinawa in Giappone, significa mano vuota ad indicare che in quest'arte marziale non si usano strumenti se non il proprio corpo. Il termine vuoto suggerisce anche un atteggiamento mentale che il praticante di karate dovrebbe imparare ad acquisire, affinché la mente sia sgombra, vuota. L'obiettivo del karate è raggiungere un equilibrio armonico tra corpo e mente: attraverso la conoscenza di se stessi, si allena l' autocontrollo per poter reagire con flessibilità alle situazioni.
Il karate – do, ossia il sentiero del karate, è inteso come via per migliorare il carattere e rafforzare lo spirito. Principi fondamentali del karate sono anche rispetto e gentilezza.
Gli scopi che il karate si pone sono altamente educativi e formativi ed è indicato sia per i bambini che per gli adolescenti. Per quanto riguarda i bambini, la pratica del karate si consiglia a partire dai 5 anni, età in cui il bambino raggiunge importanti acquisizioni sensomotorie.
Ad esempio, inizia a distinguere la destra dalla sinistra, impara la funzione delle parti del proprio corpo e sviluppa capacità motorie coordinative. A questa età il karate viene insegnato con un approccio ludico. L'aspetto competitivo viene introdotto gradualmente, dapprima con una dimensione gruppale e solo successivamente individuale.
La competizione individuale richiede, infatti, non tanto capacità fisiche e tecniche, quanto emotive.
Con l'avvento della pubertà i cambiamenti fisici comportano uno sconvolgimento dello schema corporeo e l' adolescente si trova ad avere difficoltà ad eseguire movimenti e schemi motori che in precedenza padroneggiava.
Questo genera disagio e incertezza e la pratica di un'arte marziale può contribuire a prendere coscienza della nuova identità corporea. Inoltre, la fatica e l'impegno fisico che un'arte marziale come il karate comporta, fanno scoprire all' adolescente proprie capacità e potenzialità, aiutandolo a superare difficoltà e limiti che gli sembrerebbero insormontabili.
Questo ha riflessi positivi sull' autostima, sul senso di autoefficacia e sul controllo dell' aggressività.
In altre parole, il ragazzo dimostra a se stesso il proprio valore, sviluppa fiducia nelle proprie capacità e consapevolezza di sé. Anche il rapporto con l'altro ne beneficia, in termini di rispetto e correttezza.
Gli effetti positivi della pratica del karate e, più in generale, delle arti marziali in adolescenza sono testimoniati anche dalla loro efficacia come strumento di prevenzione del bullismo.
Uno studio condotto in proposito dal prof. Greco e collaboratori dell'Università di Bari (2019) suggerisce che “l' intervento psicosociale basato sul karate può migliorare la resilienza e l'autoefficacia dei giovani e renderli meno propensi a intraprendere comportamenti aggressivi o essere vittime di bullismo”.
Dr.ssa Stefania Arcaini
Rubrica dedicata a tematiche psicologiche, a cura della dottoressa Stefania Arcaini, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella psicoterapia di adolescenti e adulti. Per suggerire temi da affrontare scrivetemi:
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