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Europa al voto

Sui risultati delle elezioni europee siamo, chi più chi meno, tutti informati, Fratelli d'Italia è stato il partito più votato,

Il PD è migliorato, anche Verdi e Sinistra fa qualche passo avanti, mentre Stati Uniti D'Europa e Azione rimangono fuori dalla distribuzione dei seggi e i 5S fanno un deciso passo indietro. Ma siccome le elezioni sono, appunto, Europee non si può considerare solo i risultati italiani ma dobbiamo fare i conti con le altre nazioni.

La prima cosa da dire è che queste elezioni rappresentano, purtroppo, il momento più alto di astensionismo in Italia ha votato quasi una persona su due, la politica non parla più né al cuore né al cervello delle persone, non è questione di destra e sinistra la questione è che la politica non abita più nella vita di tutti i giorni, la politica non è più credibile, le difficoltà si, grida vendetta il fatto che pochi privilegiati non pensino, neanche nei momenti di grande difficoltà nazionale, a decurtare almeno in parte le ricche prebende o i benefici immotivati di cui godono.

Ma andiamo avanti oggi si parla di risultati.

Sintetizzando la destra avanza in Europa e travolge Macron in Francia e Scholz in Germania, la distribuzione dei seggi vede 225 posti per il centro sinistra, 316 per il centro destra, 100 circa tra i non iscritti, ma il dato che riguarda la grande coalizione, cioè il PPE con una parte del centro sinistra arriverebbe a 401 seggi il che significa che i tradizionali gruppi europei che storicamente guidano il continente pur continuando elezione dopo elezione a perdere voti manterrebbero la maggioranza.

Chi sono gli sconfitti, i numeri dicono verdi e liberali che perdono rispettivamente 18 e 23 seggi, dove? Come detto Francia e Germania ma anche Belgio ed in favore di formazioni di destra.

Ma a prescindere dalla  maggioranza e difficile pensare che questo spostamento a destra dell'asse non abbia conseguenze sulle politiche comunitarie pensiamo sicuramente alla sicurezza, all' immigrazione, alle politiche industriali e commerciali.  Possiamo dire che queste elezioni vanno a complicare un po' il quadro generale modificando almeno in parte la capacità decisionale della Commissione.

Ci sarà da decidere il nome del Presidente della Commissione,  il Consiglio europeo, cioè i leader dei 27 Paesi UE sono già convocati per il 17 giugno e poi per il 27/28 giugno, in questo lasso di tempo si svolgeranno i negoziati sul nome del Presidente della Commissione, da un riscontro puramente numerico Ursula von del Leyden (Presidente uscente) potrebbe mantenere l'alta carica, ma come dicevamo il nuovo assetto del Parlamento invita alla prudenza.

Sappiamo però che il meccanismo di elezione è complesso, serve l'assenso del 55% dei Paesi Europei (quindi 15 su 27) ma devono rappresentare almeno il 65% dei cittadini dell'Unione, questa doppia maggioranza complica i calcoli, come se non bastasse il nuovo Presidente dovrà poi passare al vaglio del Parlamento dove serviranno almeno 361 voti su 670.

Quindi per il momento non possiamo che aspettare, mentre aspettiamo facciamo un piccolo raffronto tra i risultati delle europee con quelli delle comunali a Peschiera, ovviamente i dati sono disomogenei in quanto per il comune il voto è frammentato in più liste civiche, ad esempio, Fratelli d'Italia alle Europee prende il 28.8 e alle comunali il 14.3 ma a questi andrebbero sommati anche quelli di almeno una lista civica, così il PD che passa dal 25.7 al 20.6; Forza Italia dal 9.1 al 7.6 e la Lega dal 8.2 al 4.7. Nei voti di preferenza bisogna sottolineare il grande consenso che riscuote Giorgia Meloni con 920 voti di preferenza, rilevante anche il successo di Vannacci che incassa 300 voti che corrispondono più o meno alla differenza tra i voti della Lega alle Europee ed al Comune.

Dopo questa breve sintesi un'ultima considerazione, i parlamentari europei italiani sono famosi per rispettare in Europa come in Italia gli schieramenti politici di provenienza, mentre in Europa non sempre ma ogni tanto bisognerebbe che insieme proteggessero gli interessi nazionali, quando ci si divide su quote latte, immigrazione, sicurezza chi ci rimetta è sempre l'italia.




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